Le scarpe delle donne non si fermano mai

Le scarpe delle donne non si fermano mai, non si fermano anche quando i nostri corpi e le nostre anime sono violate, uccise, zittite. Le nostre scarpe danno calci, aprono i varchi tra quelle montagne di sassi che intralciano l’indipendenza, il valore, la vita. Le nostre scarpe inondano la strada della libertà, del rispetto, della parità umana, sociale, politica. E quelle scarpe che non sono più calzate da tante, troppe, innumerevoli sorelle, amiche, madri, figlie, nonne, ave, trisavole che sono state brutalmente strappate al loro cammino dal machismo violento e patriarcale, ecco, tutte questi milioni di scarpe, nel passato, nel presente e nel futuro, continuano a ballare. Alla faccia di Andersen.

Perché i nostri tacchi sono scale. Centinaia di scalini in ogni passo, centinaia di arrampicate per essere semplicemente noi stesse.

Senza vittimismo. Con gioia, con amore, con orgoglio, con rabbia. Diritto di essere qualsiasi cosa vogliamo essere. Diritto di scegliere, di cambiare. Diritto di lasciare un compagno, un padre, diritto di dire no. Diritto di essere qualsiasi identità sentiamo di essere.

A gennaio 2020 scrissi Tutto a posto, poi è diventato un monologo teatrale del progetto “indisciplinata – supercalifragilisticazzi”, nel quale ragiono sulla nostra abitudine ormai atavica ad accogliere minuscoli sassolini di violenza quotidiana, l’educazione a mettere tutto a posto per non dare peso a questa piccola ghiaia che va a formare la grande montagna della brutalità e degli abusi contro il mondo femminile, contro ogni soggettività non binaria, contro i minori. Montagna immersa nell’oceano del non detto, di minuscole storie giornaliere, di prepotenze, maltrattamenti, sabotaggi e autosabotaggi nelle relazioni e sul lavoro, montagna della quale è visibile solo la cima, acutissima e tagliente, fatta di femminicidi, botte, stupri, stalking.  

“Abbiamo sempre vissuto in un campo minato. Secoli e secoli di funambolismo tra le bombe. Siamo atlete, secolari circensi. Maghe, streghe, danzatrici, trapeziste, clown, amazzoni, lanciatrici di coltelli, equilibriste tra le mine. Nessuna rete, molte le cadute, moltissime le morti. È ora di disinnescare le bombe. Di bonificare la terra.”

25 novembre. Non amo le giornate internazionali. Ma questa sì.  Perché è necessario dare enorme e potente attenzione al nostro grido di indignazione. Che qui si muore ogni giorno. Ogni giorno si lotta.

Ancora cito Tutto a posto

• se sei madre e non lavori approfitti dell’uomo,
• se sei madre e lavori, non sei una buona madre
• se non lusinghi il maschio non sei approvata
• se sei in tiro sei una che usa il suo corpo
• se non sei in tiro non sei femminile
• se hai talento non guadagni come un maschio
• se hai fatto carriera chissà come mai
• se sei una donna di potere imiti gli uomini
• se hai studiato assai non scopi, se scopi sei una …. da contattare per un filmino
• se non pensi ai tuoi genitori sei egoista
• se non pensi ai tuoi figli sei egoista
• se pensi a te stessa sei egoista
• se lotti per i diritti sei aggressiva
• se non perdoni, non sei accogliente
• se sei lesbica non sei donna.

Prendiamoci tutte per mano mie care indisciplinate. Continuiamo fiere il nostro cammino. 

SIAMO IL GRIDO ALTISSIMO E FEROCE DI TUTTE QUELLE DONNE CHE PIÙ NON.HANNO VOCE.

 In Di pratiche femministe, articolo del novembre 2020, racconto alcune azioni praticate assieme a MUJERES NEL TEATRO per la manifestazione romana di NON UNA DI MENO

Vi attenziono qui solo alcuni dei numerosissimi appuntamenti NON UNA DI MENO di questa settimana che poi sfoceranno nel grande corteo di sabato 27 a Roma: