NUDM - MONTEROTONDO - 28/11, Roma

Di pratiche femministe. È ora di mettere in disordine.

Carissime indisciplinate, scrivo a conclusione di una settimana intensa, emozionante, ricchissima. Una settimana che interessa profondamente tutte noi, una settimana che ha dato risalto e voce alla durissima, annosa questione della violenza di genere, che tutte le ore e tutti i mesi dell’anno ci tocca nel profondo. Ho il piacere e anche la responsabilità di raccontarvi i passaggi di queste giornate così potenti, fatte di progetti, azioni, confronto con tantissime donne e attiviste. Attivismo che non si ferma certo alle giornate internazionali dedicate. Non riuscirò ad essere sintetica, sono davvero tantissime le suggestioni, ma sappiate che, anche se mi dilungherò, ogni realtà che citerò, meriterebbe numerosi articoli. 

Dunque, prima di tutto, già dalla settimana precedente, con tutta una serie di realtà femministe è iniziato il tram tram organizzativo per arrivare forti e concrete alla giornata del 25 novembre, dedicata come sapete, alla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. 

Apro una parentesi sul perché è stata scelta questa data, motivo che probabilmente molte di voi conoscono, ma, per dovere di informazione, preferisco riportare:

Da un estratto di un articolo di Marinella Gargiulo ne L’enciclopedia delle donne (cliccate per la versione integrale)

ll 25 novembre 1960, su ordine del dittatore Trujillo, le tre sorelle Mirabal furono seviziate, violentate.

Quell’episodio innescò l’inizio della fine del regime dittatoriale nella Repubblica Dominicana.

Le sorelle Mirabal, sono nate a Ojo de Agua (Santo Domingo): Patria 1924-1960; Minerva 1926-1960; Maria Teresa 1936-1960; Dedé 1925 – vivente.

Combatterono la dittatura(1930-1961) del dominicano Rafael Trujillo, con il nome di battaglia Las Mariposas (Le farfalle).

Il 25 novembre 1960 Minerva e Maria Teresa decidono di far visita ai loro mariti, detenuti in carcere. Le tre donne vengono prese in un’imboscata da agenti del servizio segreto militare, torturate e uccise.

Il loro brutale assassinio risveglia l’indignazione popolare che porta nel 1961 all’assassinio di Trujillo e successivamente alla fine della dittatura. La militanza politica delle tre sorelle Mariposas era iniziata quando Minerva, la più intellettuale delle tre, il 13 ottobre 1949, durante la festa di san Cristobal, organizzata dal dittatore per la società più ricca di Moca e Salcedo, aveva osato sfidarlo apertamente sostenendo le proprie idee politiche. 

Minerva fu l’anima del movimento «Durante un’epoca di predominio dei valori tradizionalmente maschili di violenza, repressione e forza bruta, dove la dittatura non era altro se non l’iperbole del maschilismo, in questo mondo maschilista si erse Minerva per dimostrare fino a che punto ed in quale misura il femminile è una forma di dissidenza». (Dedè Mirabal)

La loro opera rivoluzionaria è tanto efficace che il Dittatore in una visita a Salcedo esclama: «Ho solo due problemi: la Chiesa cattolica e le sorelle Mirabal». L’assassinio delle sorelle Mirabal provoca una grandissima commozione in tutto il paese, che pure aveva sopportato per trent’anni la sanguinosa dittatura di Trujillo. La terribile notizia si diffonde come polvere, risvegliando coscienze in letargo.

ll 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dichiarò ufficialmente il 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne. 

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Dopo questa doverosa premessa passo a raccontarvi questa settimana così intensa.

Inizio da Mujeres nel Teatro (cliccate qui e potete iscrivervi al gruppo privato se siete lavoratrici dello spettacolo), realtà fondata dalla regista e drammaturga Sara Palma e dalla sottoscritta. Che cos’è Mujeres nel Teatro?

Mujeres nel Teatro, come ho già accennato in altri articoli,  nasce per favorire, in tutto il territorio nazionale, il contatto tra le donne che lavorano nel mondo del teatro per creare reciproche occasioni di lavoro, progetti condivisi, collaborazioni, con lo scopo di perseguire le pari opportunità e valorizzare il talento di tutte professioniste che operano nelle numerose attività sceniche. Ad oggi siamo circa 1850 professioniste. Questo il link della pagina pubblica

Con MnT abbiamo lanciato una fast call per creare un video collettivo contro la violenza di genere. Abbiamo ricevuto numerosissime candidature, ogni mujer ha inviato un piccolo video selfie in cui recita un estratto del comunicato che abbiamo scritto e dopo giorni forsennati di montaggio e raccolta dati, il video comunicato è stato pubblicato la mattina del 25 su molteplici canali web.

Cliccate qui per vedere il video MnT per il 25 novembre: 

Non possiamo che ringraziare tutte le mujeres che si sono precipitate a donare la loro voce. Il nostro pensiero va a tutte le donne che non ci sono più e a tutte coloro che sono sopravvissute, portando con coraggio le cicatrici emotive e fisiche di tutta la violenza ricevuta. Gli audio che aprono e chiudono il video sono originali e appartengono a:  FILOMENA LAMBERTI , CARLEIGH HAGER, CLAUDIA ALLAYME, VALENTINA PITZALIS 

Un’altra meravigliosa realtà che sto vivendo fin dalla sua nascita, piccola realtà ma di portata nazionale, è DANDARA – o corpem in gioco, collettivo di capoeriste femministe, fondato e moderato da Marika Marianello, romana, attivista impegnata su numerosissimi fronti. Marika è laureata in lingue, insegna da anni nelle scuole medie e nei licei, interprete, traduttrice, professora di capoeira, insegnante di capoeira e di spagnolo, parte del collettivo cattive maestre (cliccate per accedere al blog). Vi consiglio vivamente di seguire il loro blog, nel quale Marika cura la rubrica Le gioie dell’insegnamento. Le riflessioni di Marika e delle altre cattivissime maestre sono spunti e testimonianze validissime per smontare e analizzare passo passo le complessità del sistema educativo italiano, tra lacune, rigidità, stereotipi e gabbie culturali.

Ma chi era Dandara? Dandara fu una guerriera e capoerista brasiliana che combatté durante il periodo coloniale per difendere Palmares, un insediamento creato da quella parte del popolo afro-brasiliano che riuscì a svincolarsi dalla schiavitù nel Sudamerica del 1600. Quando fu catturata, pur di non sottomettersi, si suicidò. 

Qui il link della canzone a lei dedicata

Il collettivo Dandara, durante gli incontri, affronta numerose tematiche di approfondimento femminista con una particolare attenzione alla cultura machista e patriarcale all’interno delle arti marziali tutte, e nello specifico, nell’arte della capoeira, arte marziale che è una delle radici profonde della cultura afro brasiliana. Non vi cito le altre meravigliose dandara perché siamo tante, diversissime e su Dandara spenderò un intero articolo prossimamente. Magari scritto tutte assieme!

Cito Marika: Le nostre sono sessioni di autoformazione e scambio di saperi per incentivare l’autodeterminazione delle donne capoeiriste attraverso la pratica dell’autocoscienza corporea. Ha cadenza mensile ed è dedicato a tematiche di genere applicate alle arti marziali, con lo scopo di contrastare la discriminazione di genere all’interno dell’arte della Capoeira e di decostruire gli stereotipi che la alimentano. Lo facciamo discutendo, suonando, allenandoci, commentando testi. 

Grazie al costante e preparatissimo apporto di Marika, che arricchisce e stimola i nostri confronti con moltissimi spunti bibliografici e pratici, e grazie alle numerose esperienze, riflessioni, saperi che ognuna di noi riporta nel gruppo, sta crescendo la consapevolezza attorno al nostro corpo, alla nostre qualità specifiche da apportare nella pratica delle arti marziali e cresce anche la comprensione delle differenze tra il femminismo sviluppato e sostenuto da donne bianche del “primo mondo” con il femminismo di donne afro brasiliane, o in generale, cresciute nel terzo mondo. Abbiamo in un anno messo in discussione moltissimi temi e collezionato una lunga bibliografia che continua a crescere. A questo riguardo stiamo affrontando lo studio e la lettura di “Un altro genere di forza“, notevole saggio della marzialista Alessandra Chiricosta e “Femminismo decoloniale” di Francoise Verges. Ringrazio con tutto il mio cuore le mujeres di Dandara per tutto quello che mi restituiscono ogni volta che ci incontriamo. 

Ma non è finita qui questa settimana, care belle indisciplinate. Vi racconto un altro confronto importante e necessario. Con Mujeres nel Teatro, abbiamo sostenuto, con grande gioia e profonda solidarietà, le azioni del movimento femminista NON UNA DI MENO, che seguiamo da tempo e che mai come quest’anno, sentivamo l’esigenza di contattare per dare tutto il nostro sostegno e il nostro contributo.

Vi segnalo il blog NON UNA DI MENO 

Il 25, sempre come Mujeres nel Teatro, a Roma in piazza Montecitorio, ci siamo unite alla protesta organizzata da NUDM, vi riporto qui il link ad alcune immagini della giornata. 

Le foto dello sciopero del 25 a Roma, Piazza di Montecitorio

Intanto, la sera del 25, per non farci mancare nulla, Mujeres nel Teatro è stata invitata da una delle nostre mujeres, la drammaturga Erika Barresi, ad uno zoom del collettivo femminista REA – Rete Empowerment Attiva (cliccate per la pagina) fondato dalla psicoterapuetua Maria Vittoria Zaccagnini, associazione culturale apartitica e aconfessionale. Si occupa di parità sociale e di genere, lotta alla discriminazione e diritti umani. Il confronto si è focalizzato sulle discriminazioni di genere nel mondo artistico e dello spettacolo. Qui il link della diretta

La settimana procede forsennata, lo sciopero del 25 è confluito nella grande manifestazione di ieri, sabato 28 novembre, organizzata da NUDM, avvenuta contemporaneamente in numerose città italiane, nella quale è stata lanciata la ZONA FUCSIA, a diffusione nazionale, nella quale garantire assenza di violenza, attivismo di genere e scardinamento della cultura sessista.

Sara Palma ed io, sempre per Mujeres Nel Teatro, siamo state invitate ad intervenire dal coordinamento romano NUDM ( cliccate per accedere al pagina fb), ma siamo scese in piazza prima  di tutto come donne e poi come lavoratrici dello spettacolo. La piazza è stata un tripudio di fucsia ed energia! Mascherine, igienizzante, slogan, interventi e la meravigliosa

CANZON SIN MIEDO/CANZONE SENZA PAURA (clicca per ascoltare), colonna sonora di questa manifestazione, cantata da centinaia di voci sabato pomeriggio. Per ricordare chi non c’è più, per dare voce a tutte noi, alle violenze e alle discriminazioni domestiche, sociali e lavorative che conosciamo tutte molto bene e che subisce chiunque abbia a che fare con la cultura sessista.

Potete rendervi dalle foto che ho fatto dell’energia e della grande partecipazione.

Foto Manifestazione del “8 novembre, Piazza Del Popolo

È stato potente. È stato necessario. MnT non poteva che sostenere NON UNA DI MENO (cliccate per la pagina fb). Tantissime le realtà coinvolte. Tantissimi gli interventi importanti. Noi abbiamo portato la nostra voce, la voce delle lavoratrici dello spettacolo. Abbiamo parlato di violenza e discriminazione capillare nelle  questioni quotidiane. Abbiamo parlato di dati e statistiche dei femminicidi, degli stupri e delle gravissima e profonda mancanza di equità nel nostro settore lavorativo. Abbiamo ricordato la nascita del nostro sportello #metoo. (mntmetoogmail.com)

Abbiamo applaudito, cantato, gridato, sostenuto ogni intervento.

Condivido la diretta di ieri del Corriere della Sera che riguarda la manifestazione femminista di Non Una di Meno a Roma e il lancio della ZONA FUCSIA, diretta nella quale trovate gli interventi prima di Sara Palma e poi della sottoscritta ( dal minuto 18:58).

Vi consiglio di guardare e ascoltare comunque anche altri interventi, è stata una giornata pienissima, intensa e ricca di confronto.  Gli articoli, le interviste e i video che stanno uscendo sono molteplici, trovate tutto online.

Diretta Corriere della Sera sabato 28 novembre Piazza del Popolo – Zona Fucsia- NUDM

Riporto infine qui gli interventi di Mujeres Nel Teatro:

Comunicato letto da Sara Palma, drammaturga e regista, co-fondatrice di MnT:

 

Siamo sotto attacco. Attaccate da un morbo.

Un morbo ossessivo, tentacolare.

Altamente contagioso.

I segni della sua presenza sono ovunque.

Sono segni evidenti, drammatici, cruenti.

Una Pandemia. Una Pandemia che mina la nostra libertà

Il nostro diritto al merito, al valore, al lavoro.

Il nostro diritto di amore,

il nostro diritto di amare chi vogliamo.

Il nostro diritto sacrosanto di scelta,

E’ una Pandemia che si annida ovunque da millenni

è la violenza di genere, la violenza contro le donne.

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Ogni anno nel mondo 87.000 donne vengono uccise per motivi di genere, la maggior

parte muoiono per mano di persone che conoscono come il padre, il marito, il fratello,

un amico.

Ogni anno nel mondo 379 milioni di donne subiscono abusi fisici e sessuali

In Italia le donne che subiscono minacce o sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi,

tentato strangolamento, ustioni, minacce con armi sono quasi il 20% della popolazione

totale.

In Italia le donne che hanno subìto violenza sessuale, molestie fisiche, toccate contro la

propria volontà (15,6%), costrette a i rapporti indesiderati (4,7%), stuprate (3%) o che

hanno sventato un tentativo di stupro sono il 26,8% della popolazione totale. Le forme più

gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici.

L’amore, gli affetti in cui crediamo sono quelli che ci umiliano di più, che ci colpiscono, che

ci tradiscono lasciando segni profondissimi! Gli affetti! Quelli in cui si dovrebbe trovare

conforto, pace, sicurezza…

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Nel mondo del lavoro subiamo la stessa violenza. Un mondo che pare ci contesti il fatto che

non siamo mai abbastanza: troppo emotiva, troppo apprensiva, troppo espansiva. Troppo

umorale. I figli ti condizionano. Il ciclo ti condiziona. No! Qui l’unico che ci condiziona sei

solo tu, maschio! Perchè noi facciamo tutto nonostante i figli, il ciclo, gli ormoni, le

emozioni e lo facciamo molto meglio di te, che riesci a fare una sola cosa per volta! Una!

Noi 10, tu una! Non riesci nemmeno a trovare lo stesso paio di calzini senza chiedere a tua

moglie!

Eppure il mondo del lavoro riflette questa mentalità tremenda infarcita diq questo virus che

ci depaupera del valore, del merito, del lavoro

Le donne guadagnano in media il 15 % in meno degli uomini

Le donne si laureano molto di più rispetto agli uomini e più di una donna su quattro (26,5%)

risulta sovra istruita rispetto al proprio impiego.

Siamo molto più istruite, più preparate, più forti, ma ricopriamo molti meno ruoli

manageriali, di responsabilità e di controllo di quello che meritiamo.

Nel settore del teatro su 65 teatri stabili tra pubblici, privati, d’innovazione solo 12 sono

direttrici artistiche. 12!

La cultura sessista deve essere fermata ad ogni segnale.

La violenza di genere è un crimine contro l’umanità.

Il patriarcato ha contagiato rovinosamente uomini e donne.

Insieme possiamo sconfiggere il virus.

Insieme contro ogni forma di violenza.

Insieme per dire BASTA

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Per questo motivo è nata Mujeres nel Teatro, per dire Basta! Per rimettere al centro della

scena culturale e quindi sociale la donna. Per l’abbattimento degli stereotipi di genere e per

il diritto delle donne a non essere discriminate sul lavoro durante e dopo la maternità.

Per il diritto ad accedere ai grandi circuiti del teatro, a ruoli decisionali e di responsabilità,

ad essere prodotte e produttrici, sostenute e sostenitrici e ottenere finalmente il compimento

del diritto di pari opportunità, condannando fermamente ogni forma di molestia e di

sopruso. E a sostegno di tutte le professioniste del settore spettacolo Mujeres nel Teatro ha

istituito una mail #metoo dove poter segnalare abusi ricevuti sui luoghi di lavori.

Perché la violenza di genere, la violenza contro donne si annida sempre tra le maglie

dell’umiliazione.

E noi non saremo mai più umiliate!

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Il mio intervento alla manifestazione si è basato su una riflessione attorno ai segnali asintomatici, invisibili, che la cultura sessista, ogni giorno, nutre e diffonde capillarmente come fossero atteggiamenti normali, andando a rafforzare la base nascosta e sommersa di quell’immenso iceberg che è la violenza di genere supportata dal sistema patriarcale, del quale femminicidi, stupri e stalking, sono la crudele vetta visibile a tutte e tutti.  Il mio intervento è tratto da su un monologo che ho riportato nel blog a gennaio 2020, potete trovarlo qui: Tutto a posto (cliccate)

Che dire, questo è quanto, care meravigliose spettinate. Grazie, grazie, grazie sempre per la lettura, le suggestioni e i confronti che mi regalate. Oggi non potevo che fare un report, oggi non potevo che restituirvi le infinite emozioni che mi hanno travolta in questi giorni. Vi lascio a questo strano dicembre di distanziamenti e mascherine. Continuiamo ogni giorno a formarci, a confrontarci, a rifiutare ogni forma di violenza e discriminazione.ù

Alla prossima settimana. Vi saluto con lo slogan NUDM:

Se ci fermiamo noi si ferma il mondo.

Siamo abituate a mettere tutto a posto? È ora di mettere in disordine.

P.S.

Il manifesto di NUDM

Il Manifesto Viola 2020 di Mujeres Nel Teatro

 

In foto, scattata da me, le ragazze del collettivo NON UNA DI MENO MONTEROTONDO (pagina fb), presenti alla manifestazione a Roma il 28.

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