Alla vagina liberata #scomposta25aprile
25 aprile. La liberazione. La liberazione dal nazifascismo, la liberazione da una storia che ci ha segnat* profondamente ma che sembra non avere mai fine, generata da quei risvolti orrendi, infimi, avidi, atroci, codardi, violenti, stupidi, arroganti, infami e chi più ne ha più ne metta, che ristagnano nell’animo umano, nutriti dalla sete di potere, dalla fame di guadagno, dai patologici deliri di onnipotenza.
Siamo l’unica razza animale che non è mai stata in pace.
Già qualche anno scrivevo su questo pianeta indisciplinato Cucire le ali. Una liberazione artigiana, articolo nel quale riflettevo come Tutta la mia vita è un’altalena che dondola impazzita tra la libertà e la schiavitù. Una corsa continua verso la liberazione, molteplici cadute nelle celle dell’io. Non credo di essere sola in questo tiro alla fune, incontro spesso anime tese a spiccare il volo incatenate a terra da radici profondissime.
Non c’è mai fine al bisogno di libertà. Non c’è mai fine al meglio.
La guerra esiste da sempre, almeno da quando ci siamo corticalizzat* . Un progresso, uno sviluppo, una crescita la nostra che ha il sapore dell’involuzione, dell’ignoranza, della cecità.
Oggi, accanto alla celebrazione della memoria storica, voglio invocare anche un altro genere di liberazione e intono (o forse sarebbe meglio dire stono) una giaculatoria alla liberazione genitale, nel mio caso femminile, che è ciò di cui faccio esperienza dalla nascita e che è tra quei luoghi del corpo, dell’anima, del pensiero, della cultura, tanto censurati, manipolati, oppressi, stereotipati, uccisi, in un modo o nell’altro.
Alla Vagina Liberata
Libera di aprirmi
libera di chiudermi
libera di spogliarmi
libera di vestirmi
libera di accogliere
libera di rifiutare
libera di sciogliermi
libera di freddarmi
libera di creare
libera di pregare
libera di bestemmiare
libera di sapere
libera di non sapere
libera di ascoltare
libera di parlare
libera di gioire
libera di amare
libera di godere
libera di cantare
libera di sanguinare
libera di soffrire
libera di piangere
libera di guarire
libera di donare
libera di volere
libera di ricevere
libera di sentire
libera di sporcarmi
libera di bagnarmi
libera di concimare
libera di nutrirmi
libera di mangiare
libera di non mangiare
libera di urlare
libera di sudare
libera di gocciare
libera di profumare
libera di arrossire
libera dai giudizi
libera dai sabotaggi
libera dai modelli
libera dalla censura
libera dal lavoro
libera con il lavoro
libera di vedere
libera di non vedere
libera di condividere
libera di esporre
libera di nascondere
libera di scegliere
libera dalla vergogna
libera di essere timida
libera di non esserlo
libera dalla violenza
libera dal possesso
libera dalle pretese
libera dalla prestazione
libera dagli slogan
libera dal ruolo
libera dall’aureola
libera dal bordello
libera dalla madre
libera dal padre
libera dalla prole
libera dall’amore
libera con l’amore
libera con la prole
libera con il padre
libera con la madre
libera di germogliare
libera di fiorire
libera di fruttare
libera di non fruttare
libera di cadere
libera di seccare
libera di respirare
libera di intonare
libera di stonare
di concertare e zittire
stagione dopo stagione
petalo su petalo
tra polline e vento
con tutta la pioggia
con tutto il sole
con tutto l’abisso che sono.
***
Tratto da
SCOMPOSTA – VARIAZIONI PER ORGANI SCORDATI
Progetto teatrale e performativo a cura, invenzione, fallimento della sottoscritta, che vedrà la sua prima “stonatura” il 6/7/8 maggio al Teatro Lo Spazio di Roma.
12 maschere, 12 organi del corpo che parlano. Più un battito.
In foto #LAVAGINA – shooting Tamara Casula
Sarei onorata e felice se vorrete unire i vostri organi nello sconcerto dei miei.